Premio Chiara D’Onofrio 2001
Rosario Rizzuto
Rosario Rizzuto (Sarino per gli amici, scienziati
e no) ha sviluppato una esperienza di ricerca eccezionale a partire
dall'inserimento, suo e di nuove idee e tecnologie, in un ambiente
di fisiologia cellulare, il laboratorio di Tullio Pozzan a Padova.
All'inizio della sua collaborazione con Tullio Sarino aveva già un
approfondito know-how molecolare, acquisito nel laboratorio di Billy
di Mauro a New York. Appena esposto ai problemi del laboratorio di
Tullio, quelli dell'omeostasi del Ca2+, egli fu in grado di sviluppare
nuovi strumenti di indagine, derivati dalla specifica manipolazione
dell'equorina, adatti per procedere alla valutazione delle concentrazioni
del Ca2+ non solo nel citosol preso nel suo complesso, ma in precisi
distretti intracellulari: dal nucleo al reticolo endoplasmatico e sarcoplasmatico;
dal Golgi ai mitocondri e a varie aree calde del citoplasma, per esempio
quelle in contatto con specifici tratti di membrana. In questo periodo,
inoltre, Sarino si costruì progressivamente la sua indipendenza
intellettuale ed operativa, divenendo un leader riconosciuto nel vasto
campo del Ca2+.
Visto analiticamente, il lavoro di Sarino ha portato alla eliminazione
di una lunga serie di credenze anche, almeno apparentemente, consolidate,
e all'emergere di una nuova visione complessiva, assai più lineare
e molecolare, del problema Ca2+. Particolare successo ha riscosso il
suo lavoro sui mitocondri che, dopo essere stati considerati gli organelli
base del campo negli anni '70, erano poi caduti in discredito negli
anni '80. Riinterpretati da Sarino I mitocondri hanno trovato oggi
un ruolo nuovo, fondamentale per il loro funzionamento ed omeostatico-integrato
nell'ambito dell'intera cellula. Negli ultimi anni, specie dopo il
trasferimento a Ferrara, Sarino ha progressivamente ampliato i suoi
interessi, impegnandosi in specifici problemi e sviluppando nuovi approcci
assai originali.
Possiamo concludere che Sarino Rizzuto è uno scienziato completo.
Forte in tecnologia non è solo un ricercatore colto ed originale
ma anche un leader naturale in laboratorio. Inoltre è un tipo
generoso e molto gradevole. Il Premio, insomma, se lo merita tutto.
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